Tempo de amor

La parte razionale a volte ci dice che sarebbe tanto bello vivere in pace, senza mettersi in gioco, senza soffrire senza desiderare, senza piangere.

Ma il tempo della pace ottenuta in questo modo è una pace finta dove niente accade nel bene e nel male. Ah mundo enganador

Non esiste niente di più triste di un ibernazione per non vivere l’amore, pentirsi, conformarsi, quando si ama ci si mette dentro tutto, la paura, la gioia, è naturalmente un punto di equilibrio instabile, che cambia le prospettive. E’ incredibile quanto le prospettive possano cambiare velocemente e quanto la diatriba tra cervello e sentimento possa essere forte. Come sempre i brasiliani e vinicius raccontano i sentimenti con quella semplicità delle parole, della samba ed Herbie Hancock con Ceù qui nel disco la rivedono. Lui imperioso come sempre, non ci sono parole per descrivere il suo pianismo, si riconoscerebbe dopo 1 ms di note, lei bellissima profondamente brasiliana, semplice senza orpelli, con quella metrica e quell’espressività brasiliana.

Non voglio vivere in pace

Ah, bem melhor seria
Poder viver em paz
Sem ter que sofrer
Sem ter que chorar
Sem ter que querer
Sem ter que se dar

Ah, bem melhor seria
Poder viver em paz
Sem ter que sofrer
Sem ter que chorar
Sem ter que querer
Sem ter que se dar

Mas tem que sofrer
Mas tem que chorar
Mas tem que querer
Pra poder amar

Ah, mundo enganador
Paz não quer mais dizer amor

Ah, não existe coisa mais triste que ter paz
E se arrepender, e se conformar
E se proteger de um amor a mais

O tempo de amor
É tempo de dor
O tempo de paz
Não faz nem desfaz

Ah, que não seja meu
O mundo onde o amor morreu

Ah, não existe coisa mais triste que ter paz
E se arrepender, e se conformar
E se proteger de um amor a mais
E se arrepender, e se conformar
E se proteger de um amor a mais

Avverbi di luogo (My Song)

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Il blu è più blu

Ci sono periodi nella vita di una persona che posseggono delle chiavi importanti. Le cose un po capitano, un po le facciamo capitare se siamo vigili ed osserviamo le cose che ci stanno intorno. Il cambiamento destabilizza un po sempre.

Stanno cambiando un bel po di cose, il lavoro vede chiudersi un ciclo, persone che cambiano, persone che arrivano.  Serve una mia nuova consapevolezza e direzione.

I sentimenti, è arrivata una valanga inaspettata, che mi fa sembrare il blu più blu, il vento più vento e mi fa intravedere un’altrove di vita ed amore. Sono veramente stupito di come quando si incontra un’anima veramente vicina, le cose diventano semplici. Un concerto ci ha avvicinati, un traghetto ci ha portati in un luogo fatto di pace e serenità, e tante cose avvengono semplicemente come se non fosse possibile altrimenti.

Così è la vita, da un giorno all’altro si può ribaltare tutto nel bene e nel male. Bevo a piccoli sorsi tutto quello che in questo periodo mi viene “donato”, non è tutto casuale, ci ho lavorato, su di me, sulle mie paure, sui miei desideri. Ho sperimentato, ho capito che non tutto quello che sono va per forza tirato fuori, e ci sono priorità. Per stare bene con qualcuno davvero, devo amare la sua mente ed un set di valori di base, primo fra tutti l’apertura mentale e la curiosità, poi viene la chimica quella anche è in parte pilotata dall’intesa mentale, almeno per buona parte.

E che non ricordavo come fosse davvero fare l’amore con qualcuno di cui ti stai innamorando profondamente, non ricordavo le notti svegli a parlare, tra dormiveglia, amore, parole. Il desiderio di sentire anche solo un piede vicino, o tenersi per mano nella notte a proteggersi e rendere questo desiderio coppia. E desiderare vita, condivisione, piccole cose, che puoi fare solo con un anima che ti è vicina, la notte passata a guardare film abbracciati, la curiosità del passato di tutto, ed il desiderio del futuro.

Non ho capito molto dell’amore, e gran parte di quello che ho capito è scritto da qualche parte quì dentro, ma ho capito che sono in grado di provarlo e che finalmente sono in grado di riceverlo, forse perchè mi accetto e mi sento a posto con me stesso, consapevole dei miei punti di forza e di debolezza per cui non faccio più drammi. E poi quando la persona con cui condividi sentimenti è quella giusta ti ritrovi magicamente a non doverti giustificare di come sei, di come appari, di come ti vesti, di cosa pensi, di come mangi, di cosa mangi, di quello che ti piace. Sei e questo basta, sei presenza e diventi bellezza. E questa è la mia canzone, suona e qualcuno sa ascoltarla con curiosità ed attenzione.

Ecco io penso di essere sulla strada di un innamoramento profondo, dolce e passionale. Qualche aspettativa circola, è inevitabile averne, ma senza drammi, alla fine tutto quello che sta succedendo è superiore ad ogni mia più rosea aspettativa.

Qua è dove sono io. Ovunque sia
sarò sempre qua, dove mi vedi.
Questa casa, questi volti, questi oggetti
stancano perchè il qua stanca.
Qua viene sete di andarsene, sete di laggiù.
Ma laggiù è il luogo dove non potrò mai stare,
dove io sono impossibile. Ovunque vada
il là dove sarò diverrà qua
e io ci sarò ad aspettar me stesso
con in mano un mazzo di rose tutte uguali.
Là è il tuo qua.
Là sembra un grido perché è dove fa male.
Io voglio essere là dove tu stai,
e tu qua, o meglio: noi due laggiù, remoti, insieme
ché vivo è uguale a insieme.
Laggiù c’è l’amore che non c’è qua.
Quegli oggetti toccati dalle tue mani,
quello che pensi, dici, taci o sogni,
quei luoghi dove stai senza di me,
quello desidero, quello mi occorre.
Ed essere il tuo là, il tuo alito sospeso.
Laggiù è la salvezza, il miraggio
nato dalla sete di stare qua.
Laggiù saremmo felici per sempre
stretta la foglia e larga la via
laddove il tuo qua e il mio là si riunirebbero.
Laggiù è pioggia cadendo
su questo deserto inaridito.
Laggiù è il Paese di Bengodi, Eldorado, il non-plus-ultra.
Io sono qua, tu là, e noi due laggiù, ma quando?
Questo è pietra. Codesto è seta. Quello è mare.
Qua è focolare impossibile, intima assenza,
odiato domicilio, carcere di ogni giorno.
Là calore del tu, mia la tua vita,
tesoro della tua isola, aria d’amore.
Laggiù, dove non siamo, piove sulla vita
che non sarà mai nostra e che ci attende.

Juan Vicente Piqueras – Avverbi di luogo

ON Air la mia versione di my song

Everything in it’s right place

Oggi è stata una giornata piena di tante piccole cose. Mi sono svegliato presto, sono rimasto a letto per un po, in uno stato di dormi veglia piacevole. Colazione in terrazza, frutta fresca, caffè e succo di frutta. Sono uscito, era tanto, ma davvero tanto che non andavo in centro di sabato forse qualche anno.

Ho passeggiato, ho comprato qualcosa per qualcuno e dei libri per me. Con calma senza fretta, passeggiando e godendomi il mio tempo. Rientro a casa e pranzo in terrazza con gli avanzi di ieri sera, riso basmati, gamberi e verdure, caffè sulla sdraio. Piscina per 3 ore leggendo un romanzo e stasera ho suonato a Lucca in piazza. Tutto sembra al proprio posto, ho capito quante cose sono cambiate in un anno. Ho capito quanto sono cambiato in un anno.

Ho capito di essere molto forte, più di quello che credevo, ho capito che ho dentro di me delle cose bellissime che sono li e nessuno può portarmele via, sono mie ed al momento giusto, con la persona giusta escono, magicamente. Ho capito quello che non voglio, incontrandolo, affrontandolo e lasciandolo andare. Ho capito che semplicemente alcune relazioni funzionano, ed altre no, non ci sono alchimie per farle funzionare, se non funzionano c’è una ragione e non dipende da nessuno, ci sono compatibilità ed incompatibilità. Ho capito che sono in grado di amare, profondamente e di farmi amare, forse proprio perchè sono arrivato a questa consapevolezza di me.

Ho curato tante relazioni in questo anno, di amicizia, di famiglia, di amore e da ciascuna ho avuto cose belle in ritorno. L’obbiettivo della mia psicoterapia era migliorare le mie relazioni a 360 gradi e devo dire che i risultati dopo un anno, mi iniziano a soddisfare. Non ho paura di vivere, rischiare, osare, lasciar andare e tutto quell’ingombrante fardello del passato si è sgretolato gradualmente integrandosi nella mia vita.

Oggi è una giornata importante dove pensieri belli, realtà concrete, fanno capolino nella mia vita, dove sono felice di essere come sono, dove sono, e della situazione attuale. Sono felice delle persone che sono entrate nella mia vita, di quelle che ne sono uscite, di quelle che sono semplicemente rimaste, sono felice della mia capacità di analisi, di ricostruzione e di cambiamento. Per oggi tutto mi sembra al suo giusto posto.

 

Overjoyed

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Isola Maggiore Trasimeno – Chiesa del Gesù 13 Luglio 2017

Ci sono attimi preziosi dove il silenzio riempie lo spazio ed il tempo, il rumore della vita di tutti i giorni spariscono. Ci sono solo due respiri, due anime e tutta questa bellezza. Ci sono traghetti presi per caso che ti portano in una bellezza eterea, inimmaginabile. Così è la vita, uscendo dai percorsi, prendendo traghetti che passano senza sapere dove andare, si scoprono cose meravigliose e giardini segreti.

On Air: Overjoyed Ballad Version

 

Uscire dal copione ( I wish i had the blues again)

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Ieri ho letto un articolo su Internazionale che parlava di come in ogni situazione della nostra vita ci comportiamo secondo un copione. Ebbene sembra sia stata fatta una ricerca che racconta di come reagire in maniera inaspettata ad una situazione codificata porti effetti quasi sempre positivi, si scopre spesso che rotto il copione la gente sappia essere molto più generosa ed empatica di quello che il copione prevede.

Ed ho riflettuto a lungo su questa cosa, di come passiamo accanto ad universi paralleli seguendo un copione di comportamento e di tragitto, e non alziamo gli occhi fuori dal nostro percorso. E ieri sera, tornando da Milano nel tragitto finale in macchina da Firenze a Pisa ho trovato una notifica di 8km di coda a Montopoli, ho pensato ed in un secondo sono uscito ad Empoli per fermarmi a cenare da qualche parte.

Sono uscito dal mio tragitto dal mio copione, ed ho visto un mondo dove la vita scorreva ed era una vita che per anni io ho ignorato, passando nel mio copione. Adesso questa è una cosa piccola, ma io il copione l’ho rotto diverse volte quest’anno, lo rompero’ anche nei prossimi giorni, e non ho paura di farlo, forse il senso della vita sta tutto nel riuscire a rompere il copione che le consuetudini, le regole ipocrite sociali ci impongono.

Io desidero aprirmi, anche al di la di quello che prevedono stupidi schemi sociali, ho protetto non con muri ma con consapevolezza il mio giardino segreto, so che nessuno può realmente danneggiarlo se non io, e io non lo farò.

Questo è l’articolo, spezziamo la routine che ci incatena in un anfratto piccolo delle nostre vite.

Una volta uscite dai loro copioni autodifensivi, quasi tutte le persone si dimostrano abbastanza empatiche e generose. Anche se lo so, non riesco a capire perché.

Tutti gli incontri dipendono, in parte, dal fatto che tutti seguono un copione condiviso anche se non scritto

https://www.internazionale.it/opinione/oliver-burkeman/2017/07/11/spezzare-routine

On Air lascio una canzone bellissima suonata da me in trio qualche anno fa. E’ di Alec Wilder vero padre della canzone popolare americana, raffinato, colto, mai banale nelle armonie. I wish i had the blues again, un desiderio di tornare alla bluitudine che è nostalgia di infinito, casa ed amore. Quella notte andammo fuori dal nostro copione, non avevamo mai suonato con il batterista, ci siamo solo ascoltati e fidati e siamo andati fuori dal copione.

On Air I wish i had the blues again live in pescia 2009

You and the night and the music

E c’era tutto stasera, la notte, la musica, il jazz quello buono di Eddie Gomez e Joe Labarbera, omaggio a Bill Evans. Mancavi tu, chiunque tu sia, mancavi a condividere con me tutta questa bellezza. Il vino, le colline, il vento, le vigne, My Funny Valentine, My foolish heart, You and the night and the music.

Sarai da qualche parte, ci devi essere per forza, se esiste una notte bella come questa e musica tanto bella, devi esserci anche tu.

 

Time after time

“…l’attimo di immobilità del violinista quando appoggia l’archetto sulle corde, prima di cominciare a suonare; l’immobilità del sole che ha raggiunto lo zenit, prima di iniziare la discesa; un’immobilità che voglio far durare ancora un po’. E prometto solennemente a me stesso: «Voglio ricordare per tutta la vita la bellezza di questo momento».”
Costantino Nivola, da “Memorie di Orani”

E ci sono eventi nella vita che sono un po così. Si sospende il tempo, si dilata, si apre, davvero il tempo è la più relativa delle dimensioni. Scorre veloce, si ferma, rallenta.

La sospensione che alcuni eventi portano con se è raccontata magicamente da questi versi, il sole che raggiunge lo zenit e sembra immobile e poi si muove, il silenzio prima di iniziare a suonare.

Il presente, quello che può determinare il futuro, goderselo in ogni istante, che cosa abbiamo noi se non il presente? Il passato ci arricchisce, io non lo demonizzo, siamo anche il nostro passato.

Il puro presente è il processo impercettibile in cui il passato avanza divorando il futuro. A dire il vero, ogni percezione è già ricordo.

Kafka sulla spiaggia, Murakami Haruki

Il tempo mi affascina, mi affascinava durante lo studio all’università, mi affascina ancora di più oggi.  La freccia del tempo, la relatività, la termodinamica, l’entropia. Ho avuto spesso in quest’anno l’impressione di aver bruciato 10 anni di vita in una non storia, ma ovviamente non è così. Il tempo si è fermato, e si è vissuto per come si poteva. Il passato diventa puro presente.

E consentitemi di lasciare una canzone che è la canzone del mio passato, è la mia canzone, racconta di un istante fermo in una domenica di tanti anni fa, in una casa di studenti, in una domenica estiva calda, ballando da soli e di una passeggiata su una bicicletta con lei sulla canna della bici. Romanticismo disdicevole? Non lo so, è un ricordo di pura gioia che porto dentro di me.

Look for the silver lining

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Look for the silver lining
Whenever a cloud appears in the blue
Remember, somewhere the sun is shining
And so the right thing to do is make it shine for you

A heart full of joy and gladness
Will always banish sadness and strife
So always look for the silver lining
And try to find the sunny side of life

A heart full of joy and gladness
Will always banish sadness and strife
So always look for the silver lining
And try to find the sunny side of life

E niente, oggi va così mi sono svegliato con questa in testa. Magnifico Chet, io la suono così, piano in punta di dita.

Here’s that rainy day (ballata di una stagione incompiuta)

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Le fiamme possono ardere il violino
Ma non sfiorano crome e semicrome

(Nasos Vaghenas Ballata di una stagione oscura)

Esiste sempre un momento in cui si incappa in qualcosa di inaspettato, di non previsto, cosi’ nella musica quando si è curiosi, si ascolta e si riesce a trovare materiale inedito, si riesce spesso ad ascoltare qualcosa di magico. 

Stamane ho preso dalla discoteca una manciata di dischi a caso, alcuni inediti che non avevo mai ascoltato, vengo attratto da un solo di Gonzalo Rubalcaba, pianista cubano di grandi doti tecniche, non so bene cosa aspettarmi, metto il cd e vengo proiettato in un mondo incredibile, pause lunghissime, sospensioni magnetiche, alcune note sono incredibili, una semplicità ed un controllo del suono che hanno dell’incredibile, mi stropiccio gli occhi, non riesco a credere di poter sentire una bellezza così  potente, una interpretazione così  pr ofonda, sentita mai compiaciuta.

E devo riascoltarla subito perche’ ci sono troppe cose dentro che mi hanno stupito, e la trovo sicuramente l’interpretazione piu’ bella di questa ballad. Se potessi esprimere un desiderio, vorrei essere capace di suonare così almeno una volta nella vita.

I bassi discreti, i medi corposi e gli acuti taglienti, una registrazione semplice dal pubblico, eppure il suono e’ meraviglioso, e’ tutto dove deve essere ogni nota ha un suo senso, io potrei impazzire per quello che succede intorno alla fine del secondo minuto, per quello che sta venendo fuori e come riprende l’esposizione dell’improvvisazione, sono in estasi, la riascolto per tutto il giorno e mi torna in mente in continuazione, e’ un ascolto che diventa sempre piu’ bello man mano che ci si lascia pervadere dalla bellezza.

Aperture di una dolcezza non umana, poi cluster di note buie

Ballata oscura eppure luminosa.

On Air Gonzalo Rubalcaba Lucerna 2000 Here’s that rainy day