Monte Serra

Il monte serra, i pisani lo conoscono bene. Io non sono di Pisa, in un certo senso lo sono diventato con gli anni. E questo monte ha sempre rappresentato per me qualcosa di speciale. Da quando studiavo all’università, spesso la notte, mi piaceva prendere la macchina, la mia fantastica Uno Sting color carta da zucchero, e salire sul monte, passando da La Gabella, Calci, Pieve 3 colli, fino ad un bellissimo spiazzo sul monte. E passavo il tempo anche ore, in compagnia di animaletti notturni che ogni tanto venivano a farmi visita, volpi, ricci, gatti selvatici, gufi, stelle, musica e pensieri.

Tante notti ho passato li, ed alcuni momenti tra i più belli della mia vita, li ho trascorsi li con una persona che ho amato tanto. E tante cene negli agriturismi sul monte con gli amici.  Le foto alla cometa Hale Bopp al perielio nel 1997, incontri estemporanei per le strade di montagna, luci, odori, freddo.Pisa vista da quella prospettiva è ancora più bella, a volte puoi fare finta che sembri Los Angeles, come in strade perdute di David Lynch e come nella foto che posto, fatta una serata di quest’estate che ho ancora una volta trascorso su quel monte da solo.

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Una figura che potete vedere anche nello sfondo di questo blog, presenza costante ma discreta di questa meravigliosa città che è Pisa.

Qualche giorno fa è bruciato tutto, l’inizio è stato subdolo, ero in giro per la città Lunedì ed all’improvviso abbiamo sentito uno strano odore acre di fumo, la luna era arancione e pioveva cenere. In pochi minuti abbiamo realizzato che c’era un incendio. Ci siamo precipitati a guardare passando per La Gabella, Calci ed abbiamo visto le fiamme alte, fucsia, che minacciavano la Certosa di Calci, le persone che cercavano di rientrare di corsa in casa, per prendere qualcosa, o salvare i propri animali, i volontari della Protezione Civile, iniziare il lavoro durissimo.

Ed il vento, c’era un vento crudele che spingeva le fiamme, e le ha spinte tutta la notte, fiamme certamente accese da mano crudele e spietata, approfittando di un vento altrettanto crudele, e le fiammo giù dai cristalli, verso montemagno, calci, caprona, vicopisano, la lombardona.

Troppo violento per essere controllato senza mezzi aerei, una notte passata inquieto a guardare ed annusare il fumo di quella distruzione. Ci vuole tanto tempo per costruire, così poco per distruggere, siamo fatti così noi uomini, quello che la natura con pazienza costruisce, boschi, vite, ecosistemi, in anni, secoli, noi lo distruggiamo in minuti, ore, giorni. E la mattina dopo alle sei sentire il rumore degli aerei che provavano a spegnere il rogo.

Ho pianto, lacrime vive, di disperazione, per un luogo del cuore, se le lacrime che hanno versato molti pisani fossero state canalizzate verso il monte, probabilmente quell’incendio lo avremmo spento. Animali morti, alberi bruciati, uliveti distrutti, aziende rase al suolo. 1200 ettari di bosco bellisimo andati in fumo, 15 anni previsti per riavere il bosco.

Vi lascio alcune delle immagini più crudeli che ho visto su questo incendio, molto trascurato dai media nazionali, profondamente inciso nel cuore dei pisani e di tutti i toscani dei dintorni che quel monte lo vedono tutti i giorni. Ed ho capito che si appartiene ad un posto non per diritto di nascita, ma per le esperienze che hai fatto in quel posto e mai mi sono sentito appartenere tanto ad una comunità, ad un posto come questa volta, il disagio fisico, il dolore che ho provato per questo scempio, me lo hanno dimostrato plasticamente. My heart is in the highland.

 

Anima senza angoli

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L’autunno mi fa sempre una strana impressione. Aria dolce, aria crudele. La freschezza, la preparazione della natura al letargo inveranle, celano allo stesso tempo la sospensione e la rigenerazione della vita. Sarà questa alternanza tra arancione ed azzurro, tra caldo e freddo, tra sensazioni piacevoli e nostalgia a rendermi sempre un po complicato questo periodo dell’anno.
E questo autunno è ancora più strano, si mi sento spopolato, anima senza angoli, sovraesposto e fragile, cerco testimonianze, cerco prove di essere ancora in questo mondo. Il vento dentro di me soffia impetuoso, spazza via le valli desertificate, gli angoli ancora popolati da una vegetazione clemente, visioni di un tempo autunnale. Anima smussata, ancora e perennemente alla ricerca della tua, e scava un solco, profondo di consapevolezza, luce e crepuscolo di questo autunno, desiderio perenne di riverberi, di una luce che si accenda e vibri dentro questo mondo.
“But i miss you most of all my darling, when the autumn leaves start to fall”