Blame it on my youth

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Ci sono nuvole, ha piovuto ieri, molto. L’aria è strana come strano è questo giugno. Mese di cambiamenti estremi, subiti e ricercati. Le coordinate cambiano rapidamente, il nord diventa sud, il sud diventa est.

A volte come stasera sono spaventato da tutto quello che succede, mi sembra ia un periodo in cui tutto si sgretola anche le cose che mi sembravano salde. Da piccole cose a grandi cose.

Faccio strani sogni ed ho strane visioni, case con vetri, il tuo volto di profilo, il verde. E non so cosa pensare di tutto questo. Quante stronzate ho ascoltato quest’anno, tante stronzate, tutte le stronzate positiviste, tutte le stronzate del lasciare andare, tutte le stronzate del continuare come fosse tutto a posto. E’ tutto a posto e niente in ordine, questa è la verità, si continua a camminare, a vivere, a respiarare, perfino a provare ad amare, ma c’è sempre qualcosa che non va. E davvero ricordati che ti vivo ogni giorno e continuo a suonare di te.

Ho letto questa poesia qualche giorno fa su questo blog MadameButterfly1976

Non ho smesso di pensarti,vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.

Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.

Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?

Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.

Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
Ed allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.

E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.

E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
Ed io ti penso
ma non ti cerco.

Charles Bukowski

On Air una ballad bellissima Blame it on my youth, per cui ho usato un piano scuro, immaginandolo in un bosco, nel silenzio.

Finchè c’è musica devi danzare

Oggi va così, ho una strana sensazione dentro, non è piacevole.

Ho sbagliato l’orario di un appuntamento che avevo a Milano, credevo fosse alle 10 e sono già arrivato, invece era alle 14. La mia agenda fa quello che cazzo vuole, è fuori controllo.

“Che cosa devo fare?
– Finora tu hai perso molte cose. Molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa. Il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via con il resto. Così ti sei consumato a poco a poco. Perché? Perché l’hai fatto?
– Non lo so.
– Forse era più forte di te. O forse eri spinto a farlo da una specie di destino, non mi viene la parola…
– Tendenza? – provai a suggerire.
– Sì, tendenza. Anche se tu ricominci da capo, e riesci a rimettere a posto la tua vita, è probabile che tu rifaccia le stesse cose. È una tendenza. E quando si supera un certo punto, non si può più tornare indietro. È troppo tardi. Anch’io non posso più aiutarti. Io posso solo fare il custode di questo posto e collegare le cose. Non ho altri poteri.

E mi viene in mente prepotente questo libro che lessi qualche tempo fa, Murakami l’ho sempre sentito affine, dovevo tenere qualcosa da parte, invece ho lasciato pezzi ovunque e probabilmente mi sono consumato, un pezzettino dopo l’altro. E cosa rimane adesso? E quanto è vero occorre non rifare le stesse cose, il punto di non ritorno l’ho superato, abbondantemente. Ho anche un custode che cerca di collegare le cose senza altri poteri, ma per collegarle le cose bisogna vederle.

– Che cosa devo fare? – ripetei di nuovo.
– Come ti ho già spiegato, io farò di tutto per collegarti, – disse l’uomo pecora. – Ma questo da solo non basta. Anche tu devi fare la tua parte. Non puoi startene seduto a pensare. Se no non arriverai a niente. Capisci?
– Capisco, – dissi. – Ma che cosa devo fare, allora?
– Danzare, – rispose. – Continuare a danzare, finché ci sarà musica. Capisci quello che ti sto dicendo? Devi danzare. Danzare senza mai fermarti. Non devi chiederti perché. Non devi pensare a cosa significa. Il significato non importa, non c’entra. Se ti metti a pensare a queste cose, i tuoi piedi si bloccheranno. E una volta che si saranno bloccati, io non potrò più fare niente per te. Tutti i tuoi collegamenti si interromperanno. Finiranno per sempre. E tu potrai vivere solo in questo mondo. Ne sarai progressivamente risucchiato. Perciò i tuoi piedi non dovranno fermarsi.

E dio solo sa quanto mi sembri stupido danzare con questo peso dentro, e so bene che alla fine non devo chiedermi davvero cosa significhi, non c’è una risposta valida non lo so cosa significa e non lo sa nessuno. Eppure questa cosa la so bene, mentre suoni mica pensi a cosa significhi, semplicemente suoni e basta, se ti metti a pensare al significato e quello che fai, ti blocchi, la musica si ferma.

Anche se quello che fai può sembrati stupido, non pensarci. Un passo dopo l’altro, continua a danzare. E tutto ciò che era irrigidito e bloccato piano piano comincerà a sciogliersi. Per certe cose non è ancora troppo tardi. I mezzi che hai, usali tutti. Fai del tuo meglio. Non devi avere paura di nulla. Adesso sei stanco. Stanco e spaventato. Capita a tutti. Ti sembra tutto sbagliato. Per questo i tuoi piedi si bloccano. Alzai gli occhi e guardai la sua ombra sul muro. – Danzare è la tua unica possibilità, – continuò. – Devi danzare, e danzare bene. Tanto bene da lasciare tutti a bocca aperta. Se lo fai, forse anch’io potrò darti una mano. Finché c’è musica, devi danzare!
Finché c’è musica, devi danzare! fece eco la mia mente”.

E sia, finchè c’è musica devo danzare, sembra una condanna, e sia. Sono in un’altro cerchio credo.

On Air, a blue version di You don’t know what love is registrata a casa mia qualche tempo fa con un amico, sempre blue.

 

Mon coeur s’auvre a ta voix

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Sansone e Dalila Rubens

Ci sono arie della musica lirica che sono moderne e ti entrano dentro con potenza. Ne avevo parlato qualche tempo fa riferendomi a Mascagni ma c’è quest’aria meravigliosa di Saint Saens dell’opera Sansone e Dalila.

E’ bellissima, dolce, suadente, ammaliante, moderna. E poi ha sempre quel tema a me tanto caro, della voce, la voce dell’amato che apre il cuore, più di ogni altra caratteristica fisica, la voce.

Beh ho provato a renderla sul pianoforte, cosa non semplice, senza troppi orpelli, solo con l’essenziale melodia.

Mon cœur s’ouvre à ta voix,
comme s’ouvrent les fleurs
aux baisers de l’aurore!
Mais, ô mon bienaimé,
pour mieux sécher mes pleurs,
que ta voix parle encore!
Dis-moi qu’à Dalila
tu reviens pour jamais.
Redis à ma tendresse
les serments d’autrefois,
ces serments que j’aimais!
|: Ah! réponds à ma tendresse!
Verse-moi, verse-moi l’ivresse! 

Dalila! Dalila! Je t’aime!

Ainsi qu’on voit des blés
les épis onduler
sous la brise légère,
ainsi frémit mon cœur,
prêt à se consoler,
à ta voix qui m’est chère!
La flèche est moins rapide
à porter le trépas,
que ne l’est ton amante
à voler dans tes bras!
|: Ah! réponds à ma tendresse!
Verse-moi, verse-moi l’ivresse! 

Dalila! Dalila! Je t’aime!

My heart opens to your voice
Like the flowers open
To the kisses of the dawn!
But, oh my beloved,
To better dry my tears,
Let your voice speak again!
Tell me that you are returning
To Delilah forever!
Repeat to my tenderness
The promises of old times,
Those promises that I loved!
|: Ah! respond to my tenderness!
Fill me with ecstasy!
Dalila! Dalila! I love you!

Like one sees the blades
Of wheat that wave
In the light wind,
So trembles my heart,
Ready to be consoled,
By your voice that is so dear to me!
The arrow is less rapid
In bringing death,
Than your love is
By flying into your arms!
|: Ah! respond to my tenderness!
Fill me with ecstasy!
Dalila! Dalila! I love you!

On Air Aria Dalila

Bewitched

Sono giorni che medito, se e cosa scrivere di tutto quello che mi passa dentro. Non ho le idee chiarissime e forse questo scrivere mi aiuterà almeno a tirare fuori i temi principali.

Ho fatto spazio ad un nuovo me, sicuramente non nuovo, ma queste parti che emergono erano da qualche parte solo che non avevano la possibilità di manisfestarsi.

Sono reduce da due esperienze molto forti, che mi hanno mostrato il vero lato del mio cambiamento. Ne sono felice, ed ho capito cosa desidero e cosa voglio davvero per me. Ho anche capito che sono in grado di amare, davvero, senza finzioni o auto inganni e sono capace di capire quando l’amore diventa solo voglia di amore, perchè non c’è una possibilità di incontro reale per cui non è bene per nessuno perseverare.

Ho elaborato bene i messaggi che mi sono arrivati, sono rimasto aperto, sempre, e soprattuto aperto al confronto. Ho superato una prova dura, che probabilmente era il vero test per capire quanto la mia struttura mentale fosse pronta davvero ad entrare in contatto con un’altro essere umano, ma davvero nel profondo fuori da finzioni e proiezioni.

Credo di aver combattuto con una forma molto forte di narcisismo manipolatorio, e la cosa non mi stupisce in quanto ne ero rimasto invischiato senza capirlo in passato. Questa volta ho intercettato i segnali, svilimento, tentativo di isolarmi, di allontanarmi dalle cose belle (perfino dalla musica), continue discussioni sui miei comportamenti che non erano mai adeguati, e 10 minuti dopo attestazioni di amore eterno, tentativi di farmi sospendere il mio percorso di terapia.

Sono rimasto vigile, non ho avuto preconcetti, ho tentato di spiegare, di parlare, quando tutte le strade mi sono sembrate chiuse, ho fatto marcia indietro, con tristezza, con dolore, ma con convinzione che ci sono cose che non fanno bene.

Ho bisogno di amore, di quello pulito, di quello che ti fa sorridere, che ti fa desiderare di essere migliore, che ti da energia per crescere individualmente ed in coppia, di confronto leale ed aperto, di passione e di serenità. A volte mi sembra davvero tutto questo sia impossibile anche se nella realtà non desidero cose mirabolanti.

La vera ricetta di un rapporto sano è un dialogo sano in cui entrambe le parti mantengono aperti i canali di comunicazione, con la consapevolezza che quello che si invia non è quello che si riceve e che ognuno guarda il mondo con le lenti della propria esperienza. Non ci sono colpe, ci sono punti di vista. I progetti, la storia e la vita si costruiscono in due, con eguali responsabilità.

E quindi

Im wild again

 

PS Adoro il mio spleen che mi consente di provare certe emozioni, se per qualcuno è pesantezza, il problema non è mio, senza la bluitudine, molte parti di me non sarebbero come sono.

Summer Nights

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Pisa Lungarno 20/6

Ci sono delle sere d’estate in cui l’aria è pulita, l’aria è fresca, il vento ti accarezza la faccia. I colori sono vivi al tramonto, e c’è un atmosfera di sospensione magica, come se il tempo si curvasse per rimanere di più in quello stato di indefinito, di futuro possibile.
Ecco ci sono sere così.

Descarga (My Summertime)

La descarga nella musica cubana è una specie di jam session su ritmi cubani, montuno, guajra, bolero, rumba.

La musica cubana ed il blues hanno un sacco di sovrapposizioni. C’era un disco magnifico di Ray Barreto che suonava Summertime, bluesy per definizione, e diceva tradotto:

“Credo che la Guajira ed il Blues abbiano un legame comune molto forte. Entrambi i generi sono il risultato della gente che lavora di quelli che coltivavano la canna da zucchero a Cuba o Portorico o raccoglievano il cotone nel sud dell’america. La musica dopo tutto riflette la gente ed e’ piu’ bella quando viene dalla gente…. Summertime and the life it’s easy.. ” (Ray Barretto My Summertime)

Divago, alla fine ho bisogno di scaricare a terra. Sono tranquillo, anche se le cose vanno un po come cazzo pare a loro. Devo contare fino a 1000 prima di parlare.

Tutto sto pippone manco mi ricordo perchè l’ho iniziato, dovevo volevo arrivare? Boh forse che è più facile scaricare su altri le proprie responsabilità che guardare rimboccarsi le maniche ed incontrarsi.

Quello che mi salva davvero, è che sono sempre un ottimista ingenuo, accolgo sempre il diverso e l’altro col sorriso a braccia aperte e di solito prendo certe randellate, ma credo le mazzate in testa mi facciano l’effetto opposto.

Non c’è peccato più grande della manipolazione, può creare effetti devastanti su chi la subisce.

Estate

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Il periodo è intenso e di transizione. Succedono cose importanti, a volte la restistenza al cambiamento è forte e gioca brutti scherzi. Ma le cose sono in moto.

Quest’estate è intensa e foriera di cose importanti. Mettersi in gioco non è uno scherzo, ma ci sono volte in cui ne vale davvero la pena.

Ieri sono stato al funerale della moglie di un mio collega, 34 anni, un anno e mezzo di malattia, assurda, nata da una endocardite e finita con un infarto. Due anni di matrimonio, un anno e mezzo di ospedale. Può sembrare strano ma il funerale è stato un momento di vita, il mio amico/collega per cui come amministratore dell’azienda ho fatto tutto quello che potevo lasciandogli tutto il tempo di gestire il suo tempo per curare sua moglie, è stato un uomo bellissimo, ha parlato per piu’ di 30 minuti, regalando delle cose bellissime in mezzo a quel dolore.

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.

Calvino

Si ne sono uscito blue, perchè anche io ho chiuso i conti con la morte ieri, ma ne sono uscito anche green e red e yellow, e con la voglia di vivere le cose belle che abbiamo ora, adesso. La mia vita è generosa l’ho detto anche altrove, in questo momento è ancora più generosa, sto lavorando duramente, ma ho capito che per cambiare non bisogna più lottare contro il passato ma usare quelle energie per costruire il futuro e vivere il presente. Il mio passato lo onoro, perchè mi ha reso come sono oggi, e sono fiero di essere come sono. Ho creato una realtà lavorativa etica e collaborativa fuori dagli schemi del guadagno per forza dove la solidarietà è un valore. Ho passioni fortissime, la mia musica bellissima che mi benedice, ho una nuova storia bellissima che sta fiorendo e che guardo, ma che mi sta regalando emozioni fortissime come non speravo fosse possibile.

E ieri il mio amico, ha letto due pagine di diario di sua moglie che parlavano dell’importanza delle piccole cose, ed io mi sono risvegliato dal torpore, ho ascoltato rapito la sua devozione, il suo amore, il suo modo di descrivere un pranzo a casa come un banchetto ed all’improvviso ho capito che il passato non esiste, lo guardiamo ci appigliamo al passato per paura di procedere.

E’ strano è come se si fosse aperta una voragine spazio temporale ed io abbia capito in 2 ore che sprecare vita è un peccato imperdonabile. Ci siamo abbracciati alla fine, ho pianto, ma sono forte, fiero e consapevole di cosa si è mosso dentro di me.

Adesso si costruisce un futuro, fatto di cose dolci, belle, autentiche, sensuali, in questa strana estate che odio, perchè troppo calda e perchè abusata dai piano baristi, ma che nasconde dentro di se bellezza, come non speravo potesse esistere.

Non c’è altra strada che procedere, senza paura, lasciando andare il passato con gratitudine, integrandolo nel presente. Forse adesso sono pronto ad iniziare davvero il percorso per cui ho iniziato a camminare un anno fa.

Stasera c’è una bella brezza fresca sulla terrazza, candele, un whisky con ghiaccio, un bel cielo, musica in cuffia, ho suonato tutto il giorno e sono pronto per vivere davvero quello che succede, con amore, passione, gratitudine e felicità.

Ho suonato tantissimo oggi, tante cose, la mia musica è diversa, passa per percorsi mentali diversi ed inizio a riconoscerla.

Odio l’estate, ma non è poi così vero.

 

The meaning of the blues

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Pervaso da bluitudine, ho deciso di utilizzare questa sensazione per qualcosa di buono.

Alla fine la bluitudine guida una parte fondamentale della musica jazz. E quindi ci sono canzoni meravigliose che esprimono questo sentimento un po indefinibile come la saudade brasiliana, un misto di nostalgia, malinconia dolce, mancanza, presenza, speranza, disperazione e chi più ne ha ne metta. Che magari ne venga fuori un progetto musicale e almeno diamo un senso a tutta questa bluitudine.

The meaning of the blues è forse l’inno della bluitudine, gioca sul blues e su sentirsi blue.

Il brano è tutto qui:

But now too well i know the meaning of the blues (su scala discendente)

La cosa bella è che questo brano tecnicamente non è un blues, ma il blues non è dove sembra debba essere , si nasconde nelle ballad, in queste canzoni notturne e pervase da atmosfere minori e discendenti.

Di registrazioni noteworthy ce ne sono un po. Keith Jarrett, Michael Brecker, Shirley Horne, Mark Murphy, ognuna racconta un pezzo ed un’angolazione diversa.

Do you know what it means to walk alone?
And what it means to be, be by yourself?
Do you know what it means when there’s no one to bring you good news?
Then you know, you know the meaning of the blues

Do you know what it means to cry alone?
And what it means to cry by yourself?
Do you know what it means to love a woman you can’t own?
If you do, then you know the meaning of the blues

I’ve been weeping and weeping,
Moaning and moaning,
Crying and sighing all the day
I’ve been hiding my tears
Feel like dying
Wishing love would come to stay
And do you know what it means when the lord is taken away?
I cry, oh I cry
Oh I cry everyday

Yes I know what it means to walk alone
And how it feels to walk by myself
Yes I know what it means to love a woman you can?t own
Yes I do,
I know the meaning of the blues
Yes I know the meaning of the blues
Woo-hoo

Lascio la mia