Fernweh

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Ambasciata Turca a Berlino

Esistono sentimenti che non sono traducibili, e ci sono lingue che posseggono parole per cui non esiste un corrispettivo nella nostra, che raccontano di sentimenti universali.

La parola Fernweh, racconta un sentimento che mi appartiene da sempre, Se da una parte c’è sempre una nostalgia di casa, dentro di me si annida sempre un desiderio di altrove. Sono sempre in bilico tra certezza ed incognito, ecco il sentimento di Fernweh rappresenta il desiderio di allontanarsi dal conosciuto per aprirsi al vasto mondo.

La scorsa settimana sono stato a Berlino per lavoro, ed ho sentito chiaramente questa sensazione che avevo riposto dentro di me. Berlino è una città importante per me, esattamente 10 anni fa, stavo per tasferirmi lì per lavoro, avevo firmato, avevo cercato casa, stavo sistemando le cose, ma poi decisi per amore di rimanere, non riuscivo ad immaginare di stare lontano da lei e così senza molti rimpianti mi costruii un’alternativa a Genova e di lì è nata tutta un’altra storia.

Berlino è una città strana, non rappresenta davvero la Germania, forse quella ferita, l’ha cambiata, riesci a perderti a sentirti invisibile eppure in un luogo confortevole, non riesco a descrivere meglio la sensazione. E mi ritrovo in un punto della mia vita, in cui non so per quale motivo mi sento nuovamente attratto da quel posto, come se ci fosse qualcosa di incompiuto che risale a 10 anni fa, e di nuovo mi trovo in una situazione sentimentale forte. E allora desiderio di casa e desiderio di altrove, metafora forse della vita.

Ho venduto l’azienda da poche settimane, dovrei rimanere tre anni, ma sento di non avere voglia, troppo differenti le visioni con i nuovi soci, troppo lontano l’ideale dell’azienda che avevo costruito 10 anni fa. E sento che quest’ Italia male mi rappresenta, non ci sono opportunità vere, periferia della periferia del mondo, in questo momento politico sgarbato e maleducato E sento che finalmente sono arrivato ad un’approdo sentimentale desiderato, ma sembra che per me non ci sia pace, si ferma un punto se ne muove un’altro. Non riesco mai a conciliare amore, lavoro, salute. Se ho una di queste cose, un’altra decide di andarsene.

E quindi? Non lo so, non lo so davvero, aspetto quest’estate, osservo senza fretta, che tanto quello che doveva essere fatto l’ho fatto. In bilico in equilibrio.