Solitudine

Ci sono giornate come questa, in cui ti svegli alle 5, fai 4 ore di macchina, arrivi in una città che detesti. Hai dormito 3 ore e male, tutto ti sembra un po fuori fuoco, eppure dovresti essere lucido, e ti ritrovi effettivamente solo. La solitudine è una brutta bestia, ti mette a confronto con te stesso.

Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri. (Cesare Pavese Il mestiere di vivere)

Come comunicare con gli altri, ci si può provare attraverso un blog, attraverso tentativi di conoscenza, rimane il fatto che la paura e la scarsa fiducia in se stessi sono un problema quasi insormontabile. Non si può superare la solitudine se non si riesce ad infrangere il muro della paura.

Paura di cosa…. paura di se stessi, paura del passato, paura del futuro. E’ un discorso lungo, lo sto affrontando con i mezzi giusti, rimane questo profondo senso di malessere legato a se stessi.

A questo giro la musica non mi viene facile perchè sento silenzio.

Leaving

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Music: breathing of statues. Perhaps:
stillness of pictures. Language where languages
end. Time
erect on the pathway of hearts
toward extinction.

Feelings for whom? Transformation
of feelings into what? Into audible landscape.
Strange land:Music. Space grown from our hearts.
Our most intimate,
stepping beyond us, striving afar.
Sacred Farewell,
when the Within is around us as distance most distant,
Air’s other side,
pure,
gigantic,
and not for us to inhabit

Rainer Maria Rilke

Poesia sublime, descrizione perfetta della musica.
Mezzo di comunicazione, estensione del tempo. Suggestione di un portale che permette di attraversare dimensioni non altrimenti accessibili alla nostra condizione umana. Sospensione della concezione del tempo. E finalmente vede quel lato oscuro della musica, arte ancestrale capace di arrivare in angoli inaccessibili della nostra anima e per questo leggermente inquietante.

Spazio dove le regole della fisica non esistono più, portale verso un’altra dimensione, non bidimensionale, dove il progressivismo cartesiano non esiste più. Non c’e’ un tempo, non c’è una direzione del tempo, e nemmeno uno spazio con cui incrociare quel tempo. Spazio multidimensionale come solo i matematici più audaci hanno saputo creare.

La musica capace di portare pace e calmare gli animi ( Music for a while di Purcell) ma anche capace di fuorviare il percorso in quanto le dimensioni a noi conosciute svaniscono così i segnali del percorso, non esiste un futuro e non esiste un passato, la musica vive di un eterno presente, le note appena suonate sono già morte. La musica insegna a non attaccarsi a quello che si è prodotto perchè ogni volta quella nota sarà diversa come sarà diverso quello che c’e’ intorno.

Drink in [the] Music with delight,
And list’ning and silent, and silent and list’ning,
And list’ning and silent obey.

Musica e silenzio, armonia delle sfere celesti, echi delle concezioni del tempo dell’epoca elisabettiana.

He long ere this had tuned the jarring spheres, and left no hell below. (Dryden in memoria di Purcell)

Io questa sensazione l’ho sempre avuta, la musica come potere salvifico e come capacità di dannazione, ed alla fine come Rilke riesco a superare quella paura di lasciarmi visitare e lasciar entrare dentro la musica e farla diventare un sacro ritiro, anche se a volte non è semplice lasciarsi attraversare senza introdurre impurità in quella che è la musica e che credo possa esistere al di là dell’io del musicista. Un bravo musicista è quello in grado di mettere da parte il proprio io e lasciarsi attraversare introducendo il minimo possibile di impurità in quella terra, in quell’aria senza spazio che la musica rappresenta.

Lava

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La vita è assai curiosa, ci sono periodi in cui sembra tutto fermo, ma è un apparenza, la lava scorre nel sottosuolo, lenta col suo tempo. Poi all’improvviso si apre una piccola fessura, o meglio qualcosa che sembra una piccola frattura ed esce fuori il magma, forte impetuoso, dirompente, trascina giu’ con se tutto quello che si era costruito sul vulcano.
E non si puo’ fermare, e da quell’evento ne vengono fuori altri sempre piu’ forti.
La paura è normale ma  gli eventi spesso non si possono modificare ma solo accettare ed accogliere. E forse occorre guardare la colata lavica con occhi distaccati, dalla devastazione spesso rinasce la vita.
Sarò noioso ma ascolto My funny valentine versione di Richie Beirach.

Richie Beirach – Sunday Songs

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Amo il pianismo di Richie Beirach, influenzato dalla musica classica europea, lirico a volte davvero straziante. Mi sono chiesto spesso se sia stato un caso che Flores affidasse il suo testamento umano ad un brano di Beirach, Leaving, bellissimo suonato da Chet Baker.

E capace di disegnare paesaggi impressionisti non è un caso che nelle sue copertine ci sia spesso un riferimento agli impressionisti e non è un caso che abbia addirittura dedicato un disco a Monet : Water Lilies Richie Beirach Plays Musical Portraits of Claude Monet (Sony Japan, 1987).

Un pianismo che quando dipinge questi ritratti impressionisti sa di buono, sa di autentico, di campagna, di famiglia, di pane fresco, di campi, di fiori.

E capace anche di raccontare paesaggi neoclassici e tragedie di stampo greco, hubris disco magnifico, eon, elm che raccontano sempre con quella delicatezza di fondo, l’ineluttabilità degli eventi, il superamento di una soglia di non ritorno

Dolcezza e dolore, nelle stesse mani, bellezza cristallina di questi ritratti impressionisti e bellezza neoclassica di queste valli intime scolpite e tratteggiate.

Lo lascio qui nella versione più pastorale, dolce, con voglia di aromi fruttati, con l’odore delle stagioni nell’aria. Poesia sublime che solo un’anima raffinata come la sua riesce a far sprigionare da quell’enigma che rappresentano quegli 88 tasti bianchi e neri.

Facing you

CI sono dischi che cambiano la storia della musica. Secondo me Facing you, il primo disco di Jarrett per la ECM registrato nel 1971 ad Oslo proprio il 10 Novembre, rappresenta una pietra miliare del piano solo. Esiste un prima ed un dopo quel disco. Ascoltare oggi dopo 36 anni quel lavoro, svela la poetica di jarrett in anticipo. Era tutto in quel disco, Brema, Colonia, Parigi, Vienna, La scala, Creation e tutto il suo percorso musicale. Vale anche per la vita, rivedendo i passaggi del passato con la consapevolezza del presente, si vede che era tutto li, tutto quello che sarebbe successo.

Se potete ascoltate Ritooria da questo disco è un viaggio di quelli belli, come sempre leggermente inquieti, a volte un momento faticosi, ma il traguardo vale il percorso.

 

Elm

Quanto piu’ chiudo gli occhi, allora meglio vedono,
perche’ per tutto il giorno guardano cose indegne di nota;
ma quando dormo, essi nei sogni vedono te, e, oscuramente luminosi,
sono luminosamente diretti nell’oscuro.
Allora tu, la cui ombra le ombre illumina,
quale spettacolo felice formerebbe la forma della tua ombra
al chiaro giorno con la tua assai piu’ chiara luce,
quando ad occhi senza vista la tua ombra cosi’ splende!
Quanto, dico, benedetti sarebbero i miei occhi,
guardando a te nel giorno vivente,
quando nella morta notte la tua bella ombra imperfetta,
attraverso il greve sonno,
su ciechi occhi posa! Tutti i giorni sono notti a vedersi,
finche’ non vedo te, e le notti giorni luminosi,
quando i sogni si mostrano a me.

Shakespeare Sonetto 43

1

 

A multitude of angels

Pomeriggio quasi invernale, pioggia, un disco magnifico uscito ieri (A multitude of Angels) testimonianza di un tour italiano nel 96 di Keith Jarrett. Poesia sublime di una stagione magica. Nome non poteva essere più adatto. Ascoltandolo si sprigionano legioni di angeli, angeli un po malinconici, angeli colorati che guardano con compassione come quelli di Wenders sui cieli di berlino, la nostra umanità complicata e disastrata.

Caffe’ lungo sul tavolo, gatti sparsi per casa mollemente ronfanti. Ed io sospendo i miei pensieri, il mio tormento interiore, per lasciarmi avvolgere dall’atmosfera di rinascita dell’inverno. Gli angeli di jarrett e quelli felini si dispiegano intorno e mi avvolgono. Per oggi sospendo il pensiero.