No potho reposare

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Pisa una notte di primavera 2017

Una delle canzoni d’amore più belle di sempre, costruita a tavolino, nel 1920 dal compositore sardo su una poesia scritta nel 1915. Io ci sento dentro tanta cultura musicale italiana, monteverdi e tutte le corde di una nostalgia innamorata. Non trovo  una parola che possa raccontare questa sensazione, non lo so, in italiano credo non esista la descrizione di un sentimento così. Stavo leggendo un libro che si chiama “Atlante delle emozioni” e descrive 150 emozioni di diverse culture che abbiamo provato o che non sappiamo di aver provato o che non proveremo semplicemente mai. Lo trovo delizioso, fa capire quanto siano soggettive le parole e le emozioni, legate alla cultura, al tempo, alla situazione. E le emozioni indicibili che mi provoca questa melodia, non hanno una parola, forse io la chiamerei nostalgia di infinito, come il quadro di Dechirico. Ascoltando una melodia bella e perfetta come questa ci si interroga sulla distonia tra il reale e il raffigurato dell’arte. Il cervello vede la bellezza, quella vera pesante e conosce la bruttura, ed in certo senso questa bellezza è consolante, questo amore a distanza, che impedisce il riposo, nel desiderio, nella mancanza dolce diventa universale e senso di vita.

Non potho reposare amore ‘e coro
Pensende a tie so donzi momentu
No istes in tristura, prenda ‘e oro.
Ne in dispiachere o pensamentu
T’assicuro ch’ a tie solu bramo
Ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.

Si m’essere possibile d’anghelu
S’ispiritu invisibile piccabo.
Sas formas e furabo dae chelu
Su sole e sos isteddos e formabo.
Unu mundu bellissimu pro tene
Pro poder dispensare cada bene.
Unu mundu bellissimu pro tene
Pro poder dispensare cada bene.

T’assicuro ch’a tie solu bramo
Ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo.
T’assicuro ch’a tie solu bramo
Ca t’amo forte t’amo, t’amo, t’amo

Non Potho Reposare Pisa 20 Gennaio ore 6.30 del mattino

Se non la conoscete fatevi un regalo ed ascoltatela nella versione di AlDiMeola e Andrea Parodi, ce ne sono tante versioni in giro, ma questa ha qualcosa di veramente profondo e lirico e universale.

 

Tonada de luna llena

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Ho scelto questa vita, ho sempre scelto anche quando sono rimasto bloccato incapace di scegliere. Ho scelto, a volte senza pensare , a volte pensando troppo e ponderando tutte le possibilità. Alla fine ho capito che non esiste una scelta giusta ed una sbagliata, ci sono scelte, possibilities. Ogni scelta apre la porta di un cambiamento possibile, incroci, fugaci.

Salto come una trottola da una città all’altra ieri firenze, cena ad arezzo, rientro a Pisa. Oggi Milano, domani Milano, Venerdi’ Roma, Sabato Livorno. Ho l’energia di un furetto, la curiosità di un gatto. Ho i miei punti fermi, la mia casa, i miei gatti, i miei sentimenti, la mia musica, i miei libri, i miei amici, la mia notte e la mia luna.

A volte mi sento stanco, ma è come se non sapessi far altro che muovermi e cambiare, e forse finchè si cambia c’è vita.

Le notti in cui abbiamo dormito è come se non fossero mai esistite. Restano nella memoria solo quelle in cui non abbiamo chiuso occhio: notte vuol dire notte insonne.

Emil Cioran

In un certo senso le notti mi sono sempre state affini, da quando ero piccolo, mi sembrava che di notte le interferenze degli altri fossero meno presenti, il silenzio fosse più intenso, gli odori più forti. E mi piaceva studiare di notte al liceo ed all’università. Anni di musica notturna poi mi hanno proprio condotto nel mondo della notte a parlare, suonare, pensare. E di notti insonni ne ho avute tante, ma proprio tante, sia per pensieri “troppo grandi per un uomo solo”, che per cose belle, e per studiare, leggere, suonare, ascoltare, fare l’amore.

L’ho già raccontato di quel rapporto tutto mio con la luna, da quando ero piccolo e gridavo affacciato alla finestra voiooo luna, agli studi di astronomia alla luna romantica quella di leopardi e dei romantici alla luna di notte trasfigurata di Schoenberg.

E rimango un po così inguaribile romantico notturno, lunare, con questo forte desiderio di comunicare più di quello che solitamente riesco, con la mia curiosità, il mio continuare a cambiare, come se il mio destino fosse il cambiamento continuo.

On Air: Tonada de Luna Llena ( canzone tradizionale dell’ecuador) Gennaio 2018

Silencio

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Loro stanno così ed io suono.

Duermen en mi jardín
Las blancas azucenas, los nardos y las rosas
Mi alma muy triste y pesarosa
A las flores quiere ocultar su amargo dolor

Yo no quiero que las flores sepan
Los tormentos que me da la vida
Si supieran lo que estoy sufriendo
Por mis penas llorarían también

Silencio, que están durmiendo
Los nardos y las azucenas
No quiero que sepan mis penas
Porque si me ven llorando morirán

Silencio
(Silencio)
Que están durmiendo
(Que están durmiendo)
Los nardos
(Los nardos)
Y las azucenas
No quiero que sepan mis penas
Porque si me ven llorando morirán
Porque si me ven llorando morirán

On Air: Silencio 14 Gennaio 2018

Equilibri

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Livorno Terrazza Mascagni 1 Gennaio 2018

C’è in me una nostalgia di qualcosa che non esiste nella vita e nemmeno nella morte, un desiderio che su questa terra niente appaga, fuorché, in certi momenti, la musica, quando evoca le lacerazioni di un altro mondo.

Emil Cioran (Quaderni)

Ed è così anche per me, realmente solo nella musica si abbattono le barriere verso un mondo altro, un’altrove di infinito che le note riescono a farci intravedere.

Ho iniziato l’anno, realmente oggi e sono sveglio a notte fonda, un pochino di ansia per quello che è successo, un po di malinconia per ciò che è stato, tanta curiosità per ciò che potrà essere. In equilibrio tra forze contraddittorie.

“This great system of tonal controls was perfected and codified by Bach…whose genius was to balance, so delicately and so justly, these two forces of chromaticism and diatonicism. Forces that were equally powerful and presumable contradictory in nature.”
—Leonard Bernstein