Monteverdi è uno che di bellezza se ne intende. Forse è uno dei padri della tradizione musicale italiana e ancora molta musica che si scrive, viene da quelle sue intuizioni geniali.
Genio, ostacolato, direi che tutti siamo figli di Monteverdi, che lo sappiamo o no. Il suo gene musicale ci ha fecondati e viviamo della risonanza di quella sua bellezza suprema. Come tutti i grandi compositori, sapeva che musica e parole devono comunicare, devono essere in simbiosi. Al solito alternanza di accordi maggiori e minori genera un effetto di nostalgia potente e devastante.
Io adoro una composizione che viene dal sesto libro dei madrigali (1614) di una modernità impressionante. Ne esistono diverse versioni anche jazz (ascoltate quella di Uri Caine e Paolo Fresu , o di Fresu e Danilo Rea)
Divagando sono due pianisti che amo, perchè non conoscono etichette, suonano, suonano gonfio e denso, suonano nell’anima il pianoforte.
Si dolce è’l tormento
Ch’in seno mi sta,
Ch’io vivo contento
Per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza
S’accreschi fierezza
Et manchi pietà:
Che sempre qual scoglio
All’onda d’orgoglio
Mia fede sarà.La speme fallace
Rivolgam’ il piè.
Diletto ne pace
Non scendano a me.
E l’empia ch’adoro
Mi nieghi ristoro
Di buona mercè:
Tra doglia infinita,
Tra speme tradita
Vivrà la mia fèPer foco e per gelo
riposo non hò.
Nel porto del cielo
riposo avrò.
Se colpo mortale
con rigido strale
Il cor m’impiagò,
cangiando mia sorte
Col dardo di morte
il cor sanerò.Se fiamma d’amore
Già mai non sentì
Quel rigido core
Ch’il cor mi rapì,
Se nega pietate
La cruda beltate
Che l’alma invaghì:
Ben fia che dolente,
Pentita e languente
Sospirimi un dì.
Musica e testo viaggiano su binari paralleli, riescono a raccontare la malinconia dolce di un amore non corrisposto. Dolcezza e Tormento, due lati della stessa medaglia. Già nel titolo del madrigale c’è del genio. Ed è la tristezza che non diventa rabbia, che non diventa odio, che rimane appunto tormento e si trasforma in tristezza dolce, tristezza d’amore, si dolce il tormento. Ci si perde nel paradiso del tormento ascoltando questo madrigale, e quante canzoni, ballate, venute dopo si sentono in queste note luminose. Siamo tutti figli di Monteverdi.
Lascio una mia versione
On Air: Si dolce il tormento
È sempre bello ascoltarti. Sei bravissimo!
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Grazie mariapia 🙂 Qui c’è lo zampino di Monteverdi che ha scritto una delle cose più belle della storia della musica italiana
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Senza dubbio, ma l’interpretazione, nella resa della bellezza di un brano, ha comunque un ruolo fondamentale. E tu l’hai interpretata, rendendo tutta l’emozione ed il trasporto che Monteverdi aveva affidato alla composizione.
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🙂 un gran bel complimento ti ringrazio
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Figurati 😃! Grazie a te!
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Ti devo ringraziare. E’ poesia in musica. Ho ascoltato la versione di Fresu e Rea, quella di Beasley e la tua. Ascoltando la tua versione si capisce il tuo trasporto verso questo componimento. E’ vero. Siamo un po’ tutti figli di Monteverdi. Abbiamo provato tutti prima o poi questa dolcezza del tormento di amare rischiando spesso perché nell’amore vero c’è anche il rischio.
fuori tema: come è andata la giornata romana?
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Grazie lila… siamo figli di monteverdi per la melodia.. nn per il tormento della dolcezza di amare. Alcuni (buon per loro) se ne fottono. La giornata romana è finita. Domani mi aspetta una giornata milanese…
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io credo un po’ per tutti e due
siamo esseri umani, fragili e quella melodia è estremamente bella
Diciamo che forse a livello climatico è stata di sicuro meglio Roma. Buona serata 🙂
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Sempre meglio roma..
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oh yeah 😉
Semo li mejo! scherzo un po’…
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ciao lila notte..
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